
di Redazione
Francesca Liberatore non si ferma mai: pochi giorni dopo aver presentato con successo la sua collezione SS26 durante la scorsa Milano Fashion Week, è volata a
Tashkent per chiudere l’evento di Alta Moda italiana curato da Stefano Dominella sotto l’egida del Ministero degli Esteri e
dell’Ambasciata d’ Italia.
Ancora una volta la stilista si conferma voce internazionale e portatrice del made in Italy nel mondo, oltre che riferimento internazionale per le nuove generazioni, con un linguaggio creativo
sempre attento alla contingenza storica e geografica.
Nella collezione Francesca Liberatore Couture, la libertà compositiva è un progetto di ribellione dalla costrizione dell’abito sul corpo. Gli elementi che variano anche componendo parti della
stessa unità, spaziano in differenti silhouette, riferimenti culturali e temporali. Velluti e crepe de chine, macramè e pizzi, rasi pequin e ramage romantici, si alternano a volumi ampi e
sciolti, arricciature a boule e linee sciolte, creando un movimento continuo come onda. Viola e burgundi, rosa e marrone, écru e ghiaccio con accenni di rosso turco e blu pavone per un look ricco
a volte opulento e colto. Una collezione che strizza l’occhio alla Belle Epoque, ad un periodo complesso e straordinario come il nostro, decadente e lussuoso.
“La parte fondamentale dei miei ‘viaggi’ di moda è cambiare per un momento la vita delle persone che si trovano lì con me, dalle aiutanti che trovo in loco, stagiste e professioniste fino al
pubblico straniero con i quali, nonostante la diversa cultura, background, nazionalità o credo, ci troviamo uniti dal progetto estetico. Trovo che, quando questo riesce come questa volta, la moda
abbia davvero un senso grande” – afferma Liberatore.
crediti foto: ufficio stampa Francesca Liberatore